Rimozione successiva di strumenti ortopedici dopo operazioni dovute a fratture ossee

In caso di fratture ossee gravi, i chirurghi impiegano strumenti quali viti, piastre, chiodi o fili metallici per stabilizzare l’osso e favorirne la guarigione. Dopo la guarigione della frattura, questi strumenti chirurgici ortopedici restano nel corpo oppure sono rimossi nel corso di un’ulteriore operazione. La rimozione può avvenire per esempio in caso di dolori, difficoltà di movimento, sensazioni fisiche sgradevoli o infezioni di ferite. Il presente rapporto preliminare esamina gli effetti della rimozione degli strumenti nelle persone per cui questa non è strettamente necessaria dal punto di vista medico.

Il rapporto preliminare comprende dieci studi (con 410 pazienti), i quali compongono un quadro d’insieme eterogeneo. Fare un confronto è difficile a causa dell’impiego di strumenti diversi in parti del corpo diverse, dei decorsi di guarigione disuguali e dei periodi di tempo differenti trascorsi fino alla rimozione. Sebbene la rimozione di strumenti ortopedici sia un intervento chirurgico frequente, al momento non esiste una raccomandazione unanime in tal senso.

I dati riscontrati negli studi condotti finora e la scarsa probabilità di ridurre i costi in misura rilevante non sembrano giustificare la redazione di un rapporto HTA completo.

Ultima modifica 15.02.2019

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