La collaborazione internazionale punta ad offrire alla popolazione svizzera una protezione migliore dai rischi sanitari globali, rafforzando la prevenzione e coordinando più efficacemente le misure di lotta a livello internazionale. A tal fine è indispensabile soprattutto un’OMS più forte, capace di promuovere la cooperazione tra gli Stati membri e di fornire l’opportuna assistenza tecnica affinché vengano potenziati i sistemi nazionali e globali di individuazione precoce, monitoraggio, prevenzione e lotta.
Preparazione e risposta globale alle pandemie
La lotta all’emergenza COVID-19 è stata al centro dei lavori dall’inizio del 2020. La collaborazione internazionale era ed è ancora fondamentale per la lotta alla pandemia a livello globale e locale nonché per la protezione della salute della popolazione svizzera. Il nostro Paese ha intensificato gli scambi bilaterali con altri Stati, soprattutto con quelli limitrofi. Inoltre, durante l’emergenza ha collaborato strettamente con l’UE, ricevendo un accesso ad hoc a diverse piattaforme, e ha incrementato il suo impegno nelle pertinenti organizzazioni internazionali come l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). A fronte delle ripercussioni della pandemia di COVID-19, gli Stati membri dell’OMS hanno convenuto di adottare provvedimenti a livello multilaterale per rafforzare la prevenzione nonché la prontezza e la capacità di risposta in caso di pandemie. Il compito è ora quello di mettere a frutto e consolidare le esperienze maturate durante l’emergenza. In tale ottica la Svizzera partecipa attivamente ai processi internazionali successivi, come per esempio al processo dell’OMS per l’adeguamento del Regolamento sanitario internazionale (RSI) nonché a quello di negoziazione per l’elaborazione di un nuovo accordo dell’OMS di preparazione e risposta alle pandemie. Per informazioni al riguardo si rimanda alla pagina web «Intergovernmental Negotiating Body».
Regolamento sanitario internazionale (RSI)
L’RSI (2005) disciplina la collaborazione internazionale in materia di controllo degli eventi (di origine naturale, accidentale o intenzionale) che possono rappresentare un grave pericolo per la sanità pubblica (malattie infettive, agenti biologici o chimici, radiazioni ionizzanti). Costituisce l’atto normativo che regge la determinazione di un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale (Public Health Emergency of International Concern, PHEIC) da parte dell’OMS. Uno degli obiettivi principali dell’RSI è la lotta alla diffusione mondiale delle malattie trasmissibili, senza ostacolare inutilmente la circolazione di persone e di merci.
Entrata in vigore a livello mondiale e applicazione in Svizzera
La revisione dell’RSI del 2005 è entrata in vigore a livello internazionale il 15 giugno 2007. Il Consiglio federale l’ha approvata senza riserve e ha designato la divisione Malattie trasmissibili dell’UFSP come punto di contatto RSI. Dal 2016 la legge sulle epidemie rivista contempla l’RSI (2005) e ne disciplina l’applicazione in Svizzera.
Adeguamenti del Regolamento sanitario internazionale (RSI 2005)
Il 1° giugno 2024, l'Assemblea mondiale della sanità (WHA) ha adottato per consenso gli emendamenti al RSI (2005). La Svizzera ha partecipato attivamente alle discussioni e ai negoziati sugli emendamenti al RSI (2005) e ha presentato i suoi interessi in modo mirato. Gli emendamenti sono stati negoziati dal Gruppo di lavoro sugli emendamenti al RSI (WGIHR), composto dai rappresentanti dei 196 Stati parte del RSI. Tutti i documenti ufficiali relativi a questo processo sono disponibili sul sito web dell'OMS.
Tra i risultati di questi negoziati vi sono il rafforzamento delle capacità di base per la prevenzione, la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie, l'istituzione di un ulteriore livello di allerta, il miglioramento degli scambi tra gli Stati parte e l'OMS e il rafforzamento della cooperazione internazionale.
L'adozione degli emendamenti da parte dell'AMS non vincola ancora la Svizzera. La Svizzera deciderà ora, in conformità alle procedure nazionali applicabili e alle basi costituzionali e legali, se approvare o respingere tali emendamenti. Gli emendamenti adottati al RSI sono attualmente in fase di revisione da parte degli esperti competenti, al fine di analizzare l'impatto preciso degli emendamenti per la Confederazione e i Cantoni.
La Svizzera continuerà ad avere la sovranità sulla propria politica sanitaria e sulle misure da adottare in caso di “emergenza sanitaria di portata internazionale (PHEIC)” e in caso di pandemia.
I diritti fondamentali in Svizzera sono sempre protetti dalla Costituzione federale e dal diritto internazionale, in particolare dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. La Svizzera non aderisce a trattati internazionali che contrastino con questi diritti fondamentali.
La sfida globale della resistenza agli antimicrobici
Nel mondo, virus e batteri sono sempre più resistenti ai trattamenti antimicrobici. La Svizzera partecipa attivamente agli sforzi in atto a livello internazionale per arginare queste resistenze.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) definisce la resistenza agli antimicrobici come la resistenza di un microrganismo a un medicamento antimicrobico al quale era precedentemente sensibile. Questa resistenza risulta dalla capacità di determinati virus e batteri di sopportare l’attacco rispettivamente degli antivirali e degli antibiotici e compare allorché il microrganismo muta e acquisisce un gene di resistenza.
Sono state scoperte resistenze agli antimicrobici in tutto il mondo. Il problema si sta intensificando e costituisce una delle più importanti sfide per la sanità mondiale. Si stima che nel 2019 1,2 milioni di persone sono morte di infezioni dovute ad agenti patogeni resistenti, ovvero più di quante lo siano state per la malaria o l’HIV. Questo sviluppo è accelerato dall’uso elevato e inappropriato dei medicamenti antimicrobici nell’essere umano e negli animali, dai medicamenti di cattiva qualità, dalle scarse capacità di laboratorio, dalle carenze nella sorveglianza e dal disciplinamento insufficiente dell’uso degli antimicrobici.
Il piano d’azione mondiale e i lavori in corso a livello internazionale
Frutto di un lavoro collettivo che ha coinvolto l’OMS, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), l’Organizzazione mondiale della sanità animale (OIE) e la società civile, il Piano d’azione mondiale per la lotta contro la resistenza antimicrobica prevede cinque aree d’intervento:
- migliorare la sensibilizzazione sulla resistenza agli antibiotici e la comprensione del fenomeno da parte delle popolazioni;
- migliorare la sorveglianza e la ricerca;
- arginare la propagazione dell’infezione tramite misure efficaci di risanamento, d’igiene e di prevenzione delle infezioni;
- ottimizzare l’uso degli antibiotici nella sanità umana e animale;
- rafforzare l’innovazione e gli investimenti.
La Svizzera ha sostenuto l’adozione di questo piano d’azione mondiale durante l’Assemblea mondiale della sanità del maggio 2015. A livello nazionale, nel novembre 2015 ha adottato la Strategia nazionale contro le resistenze agli antibiotici (StAR). Si prevede di aggiornare tale strategia nel 2023 e di elaborare anche un piano d’azione.
La pandemia mondiale di COVID-19 ha messo in luce l’impatto delle malattie infettive sulla salute umana e sullo sviluppo economico. La lotta alla resistenza agli antimicrobici rappresenta quindi un elemento importante della preparazione e della risposta alle pandemie.
Nel novembre 2022 si è svolta in Oman la 3a conferenza ministeriale globale ad alto livello sulla resistenza agli antimicrobici, che ha visto l’adozione del Manifesto di Muscat (link: Antimicrobial Resistance Conference (amrconference2022.om)). La conferenza aveva l’obiettivo di preparare il terreno in vista della riunione ad alto livello dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla resistenza agli antimicrobici, prevista a New York nel 2024.
Link: Plan d’action mondial pour combattre la résistance aux antimicrobiens (who.int)
Coinvolgimento della Svizzera
Allo scopo di promuovere la ricerca e lo sviluppo di nuovi antibiotici a livello internazionale, la Svizzera sostiene il Partenariato globale per la ricerca e lo sviluppo di antibiotici (GARDP), con sede a Ginevra.
Nel 2018 la Svizzera ha inoltre aderito al Global AMR R&D Hub, centro mondiale di conoscenze per la ricerca e lo sviluppo in materia di resistenza agli antimicrobici, volto a rafforzare la collaborazione e il coordinamento a livello internazionale.
Infine, quale membro dell’iniziativa «Global Health Security Agenda GHSA» lanciata dagli Stati Uniti nel 2014 (link: 2022 GHSA Ministerial Meeting in Seoul (ghsa2022.com), la Svizzera ha aderito sin dal principio al Piano d’azione contro la resistenza antimicrobica, che permette lo scambio di buone prassi tra gli Stati membri. In questo contesto ha peraltro pubblicato uno studio comparativo sulle diverse strategie nazionali di lotta contro la resistenza agli antimicrobici per migliorare le prassi.
Global Health and Peace Initiative (GHPI)
In collaborazione con l’Oman, la Svizzera sostiene la «Global Health and Peace Initiative» (GHPI), ideata per essere attuata in regioni fragili, a rischio e caratterizzate da conflitti e volta per esempio a garantire la protezione degli ospedali, l’accesso universale alle strutture sanitarie, la formazione di medici e infermieri al lavoro in condizioni difficili o il sostegno psicologico di adolescenti che sono stati vittime di violenza. Programmi corrispondenti sono stati elaborati in stretta collaborazione con ministeri e altri partner e sono in corso tra l’altro in Colombia, in Somalia e nella Repubblica Centrafricana. Il loro obiettivo è rafforzare l’assistenza sanitaria in modo capillare e fornire così anche un contributo alla pace.
Ultima modifica 05.08.2024
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