Ordinanza sul trapianto incrociato tra vivi

Con l’ordinanza sul trapianto incrociato tra vivi avviene un’attribuzione «incrociata» di reni a riceventi adatti. L’ordinanza sul trapianto incrociato tra vivi disciplina come devono essere determinate le combinazioni e quali hanno la precedenza.

Se una donazione diretta da vivente non è possibile a causa di un’incompatibilità, è possibile considerare un cosiddetto trapianto incrociato tra vivi (detto anche trapianto crossover). Con esso il rene del donatore non viene trapiantato al destinatario originariamente previsto, bensì a un ricevente adatto di una seconda coppia i cui componenti sono anch’essi incompatibili tra loro. In contropartita, il donatore della seconda coppia dona un rene al ricevente della prima. Queste combinazioni possono anche comprendere più di due coppie e possono formarsi catene chiuse donatore-ricevente.

La nuova ordinanza disciplina i dettagli

Con la revisione della legge sui trapianti del 15.11.2017 è stata introdotta la nuova ordinanza sul trapianto incrociato tra vivi, che disciplina diversi aspetti del relativo programma di trapianto.

  • Equità nell’individuazione delle possibili coppie: l’ordinanza definisce come devono essere determinate le combinazioni e quali hanno la precedenza. L’obiettivo è quello di trovare un organo adatto per il maggior numero possibile di pazienti. Hanno la priorità le combinazioni con il maggior numero possibile di catene brevi chiuse, che comprendono bambini e pazienti con il gruppo sanguigno 0.
  • Inclusione delle donazioni samaritane: possono essere inclusi in un programma di trapianto incrociato tra vivi anche i donatori samaritani, che non intendono donare il proprio organo a una persona specifica. Poiché normalmente a questo programma hanno accesso soltanto le coppie, in questo caso mancherebbe un ricevente. Per colmare questa lacuna, viene determinata la persona in lista d’attesa per un trapianto di rene che ha la priorità più alta. Se questa persona è d’accordo con un trapianto incrociato tra vivi, viene inserita nel programma e, dopo il calcolo delle possibili combinazioni, riceve il rene con cui ha la compatibilità più alta.
  • Attribuzione e logistica da parte del servizio nazionale di attribuzione: il servizio nazionale di attribuzione Swisstransplant calcola le possibili combinazioni donatore-ricevente circa quattro volte l’anno. È Swisstransplant a decidere, d’accordo con i centri, quando, dove e chi trapiantare. Tra il primo e l’ultimo di tutti i trapianti pianificati di una catena donatore-ricevente calcolata non devono trascorrere più di otto ore. In questo modo si intende evitare che qualcuno rifiuti un prelievo non appena il suo partner ha ricevuto un rene. Un’altra sfida logistica consiste nell’effettuare interventi in centri di trapianto diversi.
  • Presupposti per il consenso: per una donazione da vivente nel quadro di un programma di trapianto incrociato tra vivi vigono le stesse disposizioni come per una donazione normale. Inoltre le coppie di un programma di trapianto incrociato tra vivi devono dichiararsi disposte a donare o ad accettare un organo da una persona diversa dal proprio caro.
  • Rischio di non trapiantabilità dell’organo: nell’ambito di un trapianto incrociato tra vivi, è possibile che venga prelevato un rene che però non può essere trapiantato per motivi medici. Poiché in questo caso il ricevente di una coppia non riceve l’organo che gli serve, anche se il suo partner ha già donato un rene, le coppie devono essere informate di questo rischio al momento dell’ammissione al programma.
  • Anonimato: per evitare preoccupazioni inutili, i riceventi e i donatori ammessi al programma di trapianto incrociato tra vivi mantengono l’anonimato. Se tutte le persone coinvolte sono d’accordo, l’anonimato può essere tolto dopo i trapianti.

Erläuternder Bericht zur Überkreuz-Lebendspende-Verordnung vom 18.10.2017 (PDF, 145 kB, 18.10.2017)Rapporto esplicativo concernente la nuova ordinanza sul trapianto incrociato tra vivi (disponibile solo in tedesco)

Ultima modifica 10.02.2023

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