Eventi radiologici sono eventi rilevanti con l'obbligo di essere annunciati o eventi di interesse pubblico.
L’UFSP ha il mandato di proteggere dalle radiazioni ionizzanti la popolazione, in particolare anche i pazienti e le persone professionalmente esposte a radiazioni, e l’ambiente. Se nonostante le misure precauzionali e di protezione si verificano eventi con radiazioni ionizzanti soggetti a obbligo di notifica o vengono rinvenuti siti od oggetti radiologicamente contaminati, è compito dell’UFSP esaminarli, valutarli e fornire informazioni in merito.
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Dalla fine di settembre è stato rilevato del Rutenio-106 nell‘aria in diversi paesi dell’est e del sud Europa come Repubblica Ceca, Austria, Polonia e Italia. Anche in Svizzera, nella stazione di monitoraggio a sud delle Alpi, l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha evidenziato tracce di Rutenio-106 nell’ambito delle proprie attività di misurazione a Cadenazzo. Sulla pagina internet dell’UFSP sono state pubblicate regolarmente le relative informazioni. Nell’est dell’Austria sono risultate concentrazioni fino a 40‘000 micro-Bq/m3.
In Svizzera le concentrazioni nell’aria si sono rivelate più basse rispetto ad altri paesi colpiti dalla contaminazione. Il valore massimo, misurato tra il 2 e il 3 ottobre 2017 in Ticino, è ammontato a 1’900 micro-Bq/m3. Tale valore è 350 volte inferiore al limite d’immissione nell’aria fissato per questo radionuclide a 667‘000 micro-Bq/m3 dall’Ordinanza sulla radioprotezione . Non sussiste, di conseguenza, nessun rischio per la salute della popolazione. Da allora, le concentrazioni sono in diminuzione. Nessuna traccia di Rutenio-106 è stata per contro misurata nell’aria raccolta durante il medesimo periodo nelle altre stazioni di misura situate in Svizzera a nord delle Alpi.
Le cause all’origine di queste tracce di Rutenio-106 radioattivo sono ancora sconosciute. I calcoli dell’Ufficio federale di radioprotezione tedesco e dell’Istituto francese per la radioprotezione IRSN indicano con alta probabilità che l’origine della contaminazione sia da ricercare nella regione a sud degli Urali. Visto che è stato misurato esclusivamente del Rutenio-106, è possibile escludere un incidente di una centrale nucleare.
Nonostante debba essere presa in considerazione all’origine un’emissione rilevante di Rutenio-106, non sono disponibili al momento informazioni dalla Russia competenti in materia. Anche l’Agenzia internazionale per l'energia atomica IAEA – che è stata informata dei risultati delle misure – non ha ancora preso posizione sul tema.
Il Rutenio-106 è un radionuclide che viene utilizzato ad esempio in medicina per il trattamento tramite irradiamento dei tumori dell’occhio. Un impiego meno frequente è quello all’interno di batterie con radionuclidi, utili all’alimentazione di satelliti.
L’UFSP prosegue il monitoraggio sulla presenza in tracce di radionuclidi nell’aria pubblicando i risultati, una volta disponibili, sul sito www.radenviro.ch.
Per domande:
Ufficio federale della salute pubblica, Comunicazione,
Tel: +41 58 462 95 05, media@bag.admin.ch
Dipartimento responsabile:
Dipartimento federale dell‘interno
Esportazione non autorizzata di metalli preziosi contaminati con radium verso la Germania
Nel dicembre 2015 un'azienda attiva nel settore di recupero di materiali preziosi ha esportato verso la Germania tre barili di 200 litri che contenevano dei resti di orologi. Presso la fonderia ad Amburgo, dove il materiale doveva essere trattato, è stato fatto un controllo dei barili ed è stata constatata la presenza di radioattività. Ulteriori analisi hanno dimostrato che si trattava di radium 226, una sostanza utilizzata nell' industria orologeria fino negli anni 1960 come pittura fosforescente. I tre barili hanno dovuto essere riportati in Svizzera tramite un trasportatore specializzato. Si dovrà separare le parti che contengono radium dal resto e eliminarle come scorie radioattive consegnandole al centro di raccolta della Confederazione a Würenlingen.
L'UFSP e la SUVA raccomandano a tutte le aziende attive nel settore di riciclaggio e recupero di metalli di effettuare delle misure di radioattività, specialmente se si tratta di materiali provenienti dall'industria orologeria.
Aggiornato l'ultima volta il: 23.03.2016
Smaltimento illegale di sensori antifumo a ionizzazione
In passato i sensori antifumo a ionizzazione erano molto diffusi. Il principio del loro funzionamento si basa sulla ionizzazione dell'aria mediante una sorgente radioattiva. In seguito sono stati elaborati rivelatori d'incendio ottici che ottenevano gli stessi buoni risultati, se non addirittura migliori, per la maggior parte delle applicazioni senza ricorrere a sorgenti radioattive. Al più tardi a partire dal 31 dicembre 2018 i sensori antifumo a ionizzazione dovranno essere sostituiti esclusivamente da rivelatori d'incendio senza sorgenti radioattive. I sensori antifumo a ionizzazione smontati sono considerati scorie radioattive e pertanto non possono essere smaltiti nella spazzatura normale o come rottami elettronici. Il possessore di un impianto è responsabile del loro corretto smaltimento e si rende punibile in caso d'inadempienza.
Nell'agosto del 2015 si è riscontrato che, nell'ambito dello smantellamento di un edificio, più di 200 sensori antifumo a ionizzazione erano stati smaltiti insieme alle macerie edili. Dalle indagini che sono seguite non sono emerse indicazioni concrete sull'ubicazione di tali sensori. La constatazione di questo smaltimento illegale di sorgenti radioattive è stata trasmessa al Ministero pubblico della Confederazione ai fini di un perseguimento penale.
In seguito a questi eventi l'Ufficio federale della sanità pubblica UFSP e la Suva, in qualità di autorità competenti in materia di radioprotezione, hanno allestito, insieme all'Associazione svizzera dei costruttori di sistemi di sicurezza SES e all'Associazione degli istituti cantonali di assicurazione antincendio AICAA, un calendario per la sostituzione e lo smaltimento dei sensori antifumo a ionizzazione ancora esistenti. Tutti i possessori d'impianti di rilevazione antincendio interessati saranno contattati prossimamente dalla ditta che ha installato l'impianto e informati sul seguito della procedura.
Aggiornato l'ultima volta il: 27.11.2015
Ultima modifica 05.03.2019
Contatto
Ufficio federale della sanità pubblica UFSP
Divisione radioprotezione
Sezione rischi radiologici
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3003
Berna
Svizzera
Tel.
+41 58 462 96 14