Gli additivi del tabacco sono sostanze che vengono aggiunte appositamente dai fabbricanti ai prodotti tossici del tabacco allo scopo di migliorarne il gusto e renderne gradevole il consumo.
La maggior parte delle persone è cosciente del fatto che il fumo di sigaretta è nocivo, ma soltanto pochi sanno che la maggioranza dei produttori è solita additivare il tabacco delle sigarette con ingredienti che influiscono sulla composizione chimica del fumo. Tali ingredienti sono noti come additivi del tabacco e risultano essere impiegati, ad esempio, per i seguenti scopi:
- conferire un aroma particolare alla sigaretta;
- regolare il processo di combustione della sigaretta;
- preservare l’umidità nel tabacco onde impedirne l’essiccazione.
Gli additivi possono rendere le sigarette più allettanti, mascherando alcuni effetti indesiderati dell’inalazione di fumo di tabacco. Per esempio, possono:
- mascherare l’amarezza e l’acredine del fumo inalato;
- rendere più delicato il fumo, riducendo l’irritazione delle vie respiratorie (e quindi sostanzialmente sopprimendo il segnale di allarme sulla nocività del fumo lanciato dall'organismo);
- sbiancare la cenere e il fumo;
- migliorare l’aspetto della sigaretta.
Obbligo di notifica
Gli additivi solitamente usati nel settore sono definiti nell’ordinanza sul tabacco (art. 6). Grazie all’obbligo di notifica applicato agli additivi del tabacco (art. 10) sappiamo oggi che i prodotti del tabacco vengono arricchiti soprattutto con sostanze umidificanti, zucchero o aromi come cacao in polvere. Per sapere quali additivi sono presenti nei prodotti consumati, è possibile richiedere queste indicazioni all’UFSP. Anche i fabbricanti di sigarette riportano sui loro siti Internet gli additivi utilizzati.
L'acetaldeide è un prodotto del metabolismo umano, per esempio a seguito della scissione dell'alcol. È ampiamente presente in natura come sottoprodotto chimico nelle piante e in molti organismi, ma anche in vari alimenti, come nella frutta matura, nel caffè e nel pane. L'acetaldeide è descritta come sostanza dal sapore rinfrescante e dall'odore pungente e fruttato.
Usi generici
L'acetaldeide è comunemente impiegata nella produzione di altri prodotti chmici per uso industriale. È utilizzata come solvente nelle industrie della gomma, conciaria e cartaria, nonché come conservante per frutta e prodotti ittici. Viene usata anche come aromatizzante.
Usi documentati nell'industria del tabacco
I produttori di tabacco non fanno uso dell'acetaldeide come additivo nelle sigarette. Esso viene però prodotto e rilasciato nel fumo di sigaretta per effetto della combustione di altri additivi del tabacco (come zuccheri, sorbitolo e glicerina).
Il fumo inalato con una sola sigaretta (ovvero la corrente primaria del fumo attivo) contiene in media 1 milligrammo di acetaldeide, ma alcune sigarette possono produrne una quantità doppia. Ciò rende l'acetaldeide uno dei principali componenti del fumo di sigaretta (dopo il catrame, la nicotina e il monossido di carbonio).
Effetti nocivi per la salute
L'acetaldeide è un composto molto reattivo che reagisce con molti altri composti corporei. Esso causa irritazione delle vie respiratorie e l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (organizzazione leader specializzata nello studio dei tumori) lo ha classificato come sospetto agente cancerogeno.
L'acetaldeide è indirettamente nocivo per la sua capacità potenziale di causare dipendenza dal fumo, in sostanza obbligando i fumatori ad esporsi a concentrazioni più elevate delle sostanze tossiche presenti nel fumo di sigaretta.
L'acetaldeide non migliora l'aroma o l'odore della sigaretta e quindi non si ritiene che possa influire sulla sua attrattiva. Tuttavia, è opinione comune che l'acetaldeide rafforzi l'assuefazione al fumo attraverso una maggiore dipendenza dalla nicotina, ovvero dal componente del tabacco responsabile «in primis» della dipendenza dal fumo di sigaretta.
L'acetaldeide può accrescere indirettamente l'abitudine alla sigaretta attraverso gli effetti prodotti sul cervello da uno dei suoi prodotti reattivi ‘Harman', una sostanza che si ritiene agisca in modo analogo agli antidepressivi per la sua capacità di migliorare l'umore. È quindi probabile che la dipendenza dal fumo sia stimolata dagli effetti antidepressivi di tale reagente presente nelle sigarette.
L'ammoniaca è un gas incolore dal caratteristico odore intenso, naturalmente presente in piccole quantità nell'atmosfera e derivante anche dalla decomposizione di animali e piante.
L'ammoniaca è una sostanza naturale prodotta dal corpo, che viene eliminata con le urine dopo la sua trasformazione in ‘urea'.
Usi generici
L'ammoniaca e i composti dell'ammonio sono molto diffusi come prodotti chimici per uso industriale nella produzione di fertilizzanti, fibre, materie plastiche ed esplosivi. Trovano impiego anche come ingredienti di alimenti e bevande.
Usi documentati nell'industria del tabacco
L'ammoniaca è prodotta dalla combustione dei composti dell' ammonio naturalmente presenti nel tabacco. Tuttavia, tali composti vengono addizionati dai produttori di tabacco nella produzione dei fogli ‘cartacei' di tabacco ricostituito utilizzati per formare il trinciato marrone all'interno delle sigarette. I composti dell'ammonio contribuiscono a rendere le parti di scarto del tabacco ricostituito più adatte a essere miscelate con il tabacco. Inoltre, tali composti servono anche a esaltare l'aroma delle sigarette e vengono aggiunti nei filtri allo scopo di regolare la rapidità di combustione della sigaretta.
Nei Paesi Bassi è raro che i produttori di tabacco documentino l'addizione di composti dell'ammonio al tabacco, ma in effetti essi possono costituire fino allo 0,3 per cento del peso medio di tabacco contenuto in una sigaretta.
Effetti nocivi per la salute
Sono svariati i modi in cui l'ammoniaca e i composti dell'ammonio si ritiene influiscano sulla dipendenza dal fumo. La capacità di tali composti di rendere il fumo più allettante induce a pensare che la loro aggiunta al tabacco abbia indirettamente degli effetti nocivi. Questo perché più gradevole è la sigaretta, maggiore è la sua capacità di stimolare la voglia di fumare e di rafforzare l'abitudine al fumo, con una conseguente maggiore esposizione dei fumatori alle sostanze tossiche contenute nel fumo di sigaretta.
Si ritiene che i composti dell'ammonio contribuiscano a creare dipendenza dal tabacco migliorando l'assorbimento di nicotina nei polmoni, ma a questo riguardo le prove documentali disponibili sono contraddittorie.
I composti dell'ammonio reagiscono con altre sostanze presenti nel tabacco e nel fumo. Reagendo con gli zuccheri, essi producono una gradevolezza aromatica che migliora il sapore del tabacco e che in ultima analisi rende il fumo ancor più seducente.
Il carrube, rispettivamente il seme o baccello di carrube, è il frutto dell’omonimo albero sempreverde. I baccelli contengono semi avvolti nella loro polpa che, essendo ricca di zuccheri, è naturalmente dolce. Aspetto e sapore sono simili a quelli della cioccolata. Dalla polpa può essere ricavata polvere fine oppure un estratto, mentre dai semi è possibile ottenere una gomma.
Usi generici
L'estratto e la gomma di carrube possono essere utilizzati in molteplici forme, in particolare nell'industria alimentare e degli aromi, dove sono impiegati in sostituzione del cioccolato o del cacao, oppure come addensanti e stabilizzanti. Inoltre, vengono impiegati anche nell'industria non alimentare, ad esempio quella tessile, cosmetica e farmaceutica.
Usi documentati nell'industria del tabacco
L'estratto e la gomma di carrube, sostanze usate come aromatizzanti nelle sigarette in commercio, sprigionano un sapore dolce e nocciolato che arricchisce quello del fumo. Entrambi sono impiegati sia per il filtro che per il tabacco. La loro quota complessiva ammonta allo 0,2 per cento del peso totale del tabacco contenuto in una sigaretta.
Effetti nocivi per la salute
Il carrube utilizzato in alimenti e cosmetici è generalmente considerato innocuo, ma ciò non deve far pensare che esso lo sia anche se inalato con il fumo di sigaretta. In tal caso, sotto forma sia di estratto sia di gomma, esso viene quasi interamente bruciato fumando. In questo processo genera diversi composti nocivi, tra i quali ad esempio il benzene. Gli zuccheri presenti nell'estratto possono altresì produrre composti come gli idrocarburi policiclici aromatici e la formaldeide, sostanze che l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (organizzazione leader specializzata nello studio dei tumori) ha classificato tra gli agenti cancerogeni nell'uomo.
Inoltre, gli zuccheri producono composti acidogeni che ostacolano il percorso verso il cervello della nicotina contenuta nel fumo della sigaretta, obbligando quindi il fumatore a inalare più profondamente e consumare più sigarette per raggiungere la dose di nicotina necessaria. L'uso di estratto e gomma di carrube può altresì avere effetti nocivi anche indiretti per via della formazione delle cosiddette aldeidi (per es. acetaldeide), le quali possono accrescere l'assuefazione al fumo incrementando quindi il potenziale di dipendenza dalla nicotina. Le aldeidi sono molto reattive e producono altri composti, come la sostanza Harman, il cui effetto stimolante e antidepressivo sul cervello può essere causa di maggiore dipendenza dalla sigaretta.
Gli additivi a base di estratto e gomma di carrube utilizzati nelle sigarette aiutano a mascherare la naturale asprezza e le proprietà irritanti del fumo del tabacco, rendendolo più gradevole e dolce. In tal modo viene essenzialmente «disattivata» la risposta del corpo, il sintomo della tosse, che è il segnale di allarme della nocività del fumo . L'aroma e l'attrattività del fumo sono altresì amplificati dalle note caramellate prodotte dalla combustione degli zuccheri.
In generale, additivando il tabacco delle sigarette con aromi più gradevoli (come l'estratto e la gomma di carrube), i produttori favoriscono l'assuefazione al fumo dei fumatori. Questo fenomeno può condurre al consumo di un maggior numero di sigarette e, pertanto, a una maggiore esposizione alle sostanze tossiche contenute nel fumo.
Analogamente a tutti gli estratti di frutta, anche questa sostanza, ricavata da prugne essiccate e ammorbidite, presenta un contenuto molto elevato di zuccheri e possiede quindi un sapore naturalmente dolce.
Usi generici
Il succo di prugna concentrato è conosciuto per i suoi molteplici usi nell'industria alimentare, segnatamente come dolcificante, colorante, esaltatore di sapore, legante in barrette ai cereali nonché come «umettante» per conferire più morbidezza a torte e biscotti.
Usi documentati nell'industria del tabacco
Secondo le informazioni disponibili, il succo di prugna concentrato (insieme ad altri estratti ricavati da prugne secche o fresche) viene utilizzato dall'industria del tabacco per arricchire il sapore del tabacco a differenti stadi di produzione. Il contenuto di succo di prugna concentrato può ammontare a circa lo 0,5 per cento del peso totale del tabacco contenuto in una sigaretta
Effetti nocivi per la salute
Il succo di prugna concentrato utilizzato negli alimenti è un estratto di frutta non nocivo. Tuttavia, ciò non deve far pensare che sia innocuo se inalato come componente di una sigaretta. Benché non esistano ancora studi specifici sui composti prodotti dalla combustione di questa sostanza, il suo elevato contenuto zuccherino fa ipotizzare un suo comportamento analogo agli additivi a base di zucchero. Pertanto, la sua combustione potrebbe condurre alla formazione di prodotti chimici sia notoriamente responsabili di effetti cancerogeni per l'essere umano, come gli idrocarburi policiclici aromatici, sia sospettati di cancerogenità, come l'acetaldeide. Questi composti sono stati classificati dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (organizzazione leader specializzata nello studio dei tumori). Nel processo di combustione vengono inoltre sprigionati altri composti con effetto irritante sulle vie respiratorie (in particolare acroleina o 2-furaldeide).
Inoltre, gli zuccheri producono composti acidogeni che ostacolano il percorso verso il cervello della nicotina contenuta nel fumo della sigaretta, obbligando quindi il fumatore a inalare più profondamente e consumare più sigarette per raggiungere la dose di nicotina necessaria. L'uso del succo di prugna concentrato può altresì avere effetti nocivi anche indiretti per via della formazione delle cosiddette aldeidi (per es. acetaldeide), le quali possono accrescere l'assuefazione al fumo incrementando quindi il potenziale di dipendenza dalla nicotina. Le aldeidi sono molto reattive e producono altri composti, come la sostanza Harman, il cui effetto stimolante e antidepressivo sul cervello può essere causa di maggiore dipendenza dalla sigaretta.
Il succo di prugna concentrato viene utilizzato per mitigare l'acredine del fumo e addolcirne l'aroma, rendendolo quindi più gradevole al palato. Questa sostanza, grazie al suo elevato contenuto zuccherino, genera nel processo di combustione aromi caramellati che migliorano il gusto e le proprietà organolettiche del fumo, rendendolo quindi più allettante. L'uso di questo additivo allo scopo di migliorare il gusto del tabacco consente quindi di mascherare sufficientemente lo sgradevole gusto amaro del fumo. Il dolce aroma caramellato attrae i giovani e può quindi facilitare il loro approccio al fumo.
Il succo di prugna concentrato può avere anche effetti nocivi indiretti rendendo il fumo più piacevole e quindi incoraggiando l'abitudine a fumare. Di conseguenza, ciò potrebbe causare una maggiore esposizione dei fumatori alle sostanze tossiche contenute nel fumo delle sigarette.
In generale, addizionando aromi più gradevoli (come il succo di prugna concentrato) al tabacco delle sigarette, i produttori favoriscono l'assuefazione al fumo da parte dei fumatori.
Il glicerolo, noto anche come glicerina, è una sostanza liquida di gusto dolce, inodore e incolore, presente naturalmente nei grassi animali e vegetali.
Usi generici
Il glicerolo è conosciuto per i suoi molti usi in prodotti industriali e di largo consumo, come saponi e detergenti, farmaci, cosmetici, alimenti, bevande, vernici, resine e carta.
Usi documentati nell'industria del tabacco
Secondo le informazioni disponibili, le industrie produttrici aggiungono glicerina al tabacco per mantenerne l'umidità e quindi la morbidezza, perlopiù mediante l'aggiunta di «sauce» o «casing» allo scopo di agevolarne la lavorazione. Il glicerolo viene anche utilizzato nella carta della sigaretta.
Generalmente, il contenuto di glicerolo nelle sigarette varia a seconda della marca. Nei Paesi Bassi, la quantità media aggiunta ammonta all'1,0 per cento del peso totale del tabacco, con una punta massima del 4,4 per cento. Queste cifre, peraltro analoghe a quelle osservabili in generale nell'UE (valore medio 1,1 % e massimo 4,5 % del peso totale del tabacco contenuto in una sigaretta), rendono il glicerolo uno degli additivi più rilevanti del tabacco.
Effetti nocivi per la salute
Fumando la sigaretta, la quasi totalità del glicerolo viene trasferita in modo inalterato nel fumo. Il glicerolo viene utilizzato in dosi sufficientemente elevate per causare irritazione alle vie respiratorie. Inoltre, una minima quantità di glicerolo combusta forma il composto acroleina, altra sostanza che, se inalata, può a sua volta irritare le vie respiratorie.
Attualmente non sono disponibili studi attestanti l'incidenza del glicerolo sull'assuefazione al fumo. Tuttavia, il glicerolo può anche risultare indirettamente tossico a seguito della sua capacità di evitare l'essiccazione della sigaretta, rendendola quindi più allettante e facile da fumare. Ciò favorisce l'abitudine del fumo e, pertanto, accresce l'esposizione dei fumatori alle sostanze tossiche in esso contenute.
La gomma di Guar è un estratto di semi della pianta omonima che, grazie alle sue proprietà gelificanti, trova ampio impiego a livello commerciale (sotto forma di farina).
Usi generici
Il campo d'impiego della gomma (o farina) di Guar è molto ampio e riguarda soprattutto l'industria alimentare, cosmetica e farmaceutica, dove viene utilizzato come agente addensante, legante, emulsionante e stabilizzante. Essa viene addizionata a vari alimenti, per esempio cereali per la prima colazione, latticini, salse, ortaggi lavorati e prodotti da forno.
Usi documentati nell'industria del tabacco
Il tabacco che di regola compone le sigarette (in particolare la sostanza trinciata marrone all'interno) è formata da una mistura di foglie di tabacco e di un prodotto simile alla carta, chiamato «tabacco ricostituito», a sua volta formato da gambi di tabacco triturati e altre parti della foglia che sarebbero altrimenti scartate. Secondo le informazioni disponibili, i produttori aggiungono la gomma di Guar (e i suoi derivati) sia come legante di tale tabacco ricostituito sia nella preparazione della carta vergata che avvolge il tabacco stesso.
La quantità di gomma di Guar addizionata per legare il tabacco può variare dallo 0,6 all'1,8 per cento del peso totale del tabacco utilizzato in una sigaretta.
Effetti nocivi per la salute
La gomma di Guar utilizzata in alimenti e cosmetici è generalmente considerata innocua, ma ciò non deve far pensare che essa lo sia anche se inalata con il fumo di sigaretta. La combustione della sigaretta fa sì che la gomma di Guar produca svariati composti tossici di cui è ben nota la cancerogenicità nell'uomo (per es. formaldeide, benzopirene e benzene) o altre sostanze (per es. acetaldeide e stirene) che, stando alla definizione fornita dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (organizzazione leader specializzata nello studio dei tumori), si presume sviluppino effetti cancerogeni.
Inoltre, l'uso della gomma di Guar può avere effetti nocivi anche indiretti per via della formazione delle cosiddette aldeidi (per es. acetaldeide), che possono accentuare l'assuefazione al fumo incrementando il potenziale di dipendenza dalla nicotina. Le aldeidi sono molto reattive e producono altri composti, come la sostanza Harman, il cui effetto stimolante e antidepressivo sul cervello può aumentare la dipendenza dalla sigaretta.
Alcuni tra i composti che vengono a formarsi a seguito della combustione della gomma di Guar hanno un aroma particolare: è il caso del diacetile, il cui caratteristico sapore di caramello rende il fumo di sigaretta ancor più piacevole. Un'altra sostanza che ne deriva è la 2-furaldeide, con odore e sapore che vengono descritti come dolce, ligneo, «panoso » e caramellato. Si tratta quindi di composti che contribuiscono a rendere la sigaretta più seducente conferendo al suo fumo un gradevole sapore. Di conseguenza, ciò può comportare un maggior consumo di sigarette e quindi una maggiore esposizione alle dannose sostanze da esso contenute.
Il termine «cacao» si riferisce ai semi o fave contenuti nel baccello (frutto) della pianta di cacao che prospera nei paesi tropicali. Il prodotto che viene estratto dal seme contiene svariate sostanze capaci di influire sul cervello, i cosiddetti composti ‘psicoattivi’. Per esempio caffeina, serotonina, teobromina, triptofano e triptamina sono tutte sostanze psicoattive presenti nell'estratto dei semi.
Usi generici
Gli estratti dei semi di cacao sono utilizzati nella produzione di cioccolato e di altri generi alimentari e bevande. Ne fa uso anche l'industria cosmetica.
Usi documentati nell'industria del tabacco
Alla produzione del tabacco per sigaretta contribuiscono tutti i componenti del baccello di cacao (guscio, estratto e la relativa polvere). Stando alle informazioni disponibili, la fragranza di cioccolato tipica del cacao viene aggiunta per rendere il tabacco più gradevole e migliorarne l'aroma.
La quantità media di cacao addizionata alle sigarette è pari allo 0,3 per cento del peso totale del tabacco che compone una sigaretta, mentre la quantità massima è di poco superiore all'1 per cento.
Effetti nocivi per la salute
Non è stato chiarito se il cacao aumenti o no la tossicità del fumo di sigaretta. Tuttavia, data la sua potenziale capacità di rendere la sigaretta più attraente, la sua tossicità potrebbe essere indiretta. Per esempio, l'aggiunta di cacao per migliorare il sapore delle sigarette può facilitare l'assuefazione al fumo, tanto più che i composti psicoattivi presenti nel cacao sono stati localizzati anche nel fumo di sigaretta.
Si ritiene che questi composti aumentino la capacità delle sigarette di dare dipendenza in due modi: (1) aiutando i polmoni ad assorbire una maggiore quantità di nicotina, e (2) formando la sostanza Harman che si presume possa migliorare l'umore di una persona secondo un meccanismo analogo a quello degli antidepressivi.
Non è noto fino a che punto il cacao influisca su sapore e odore del fumo inalato, essendo talmente scarsa la presenza dei suoi composti nelle sigarette da far dubitare che esso possa favorire la dipendenza in misura significativa. Ciò nonostante, è risaputo che gli additivi in grado di migliorare il sapore della sigaretta potrebbero alla fine indurre a fumare un maggior numero di sigarette e quindi aumentare l'esposizione alle sostanze tossiche presenti nel fumo.
La liquirizia è la radice della pianta omonima da cui viene estratto il caratteristico aroma dolce. L'estratto contiene glicirizzina, sostanza molto dolce, e zuccheri.
Usi generici
La radice o il suo estratto vengono utilizzati per produrre l'aroma di liquirizia. Il succo estratto viene spesso trasformato in polvere o in concentrato solido.
L'uso della radice/estratto di liquirizia è molto diffuso nell'industria alimentare come dolcificante o come aromatizzante per bevande, dolciumi e gomma da masticare. Le sue proprietà medicinali la rendono adatta anche all'uso in medicamenti sia tradizionali sia erboristici; per esempio, l'industria farmaceutica ne fa un largo uso nei farmaci da banco e negli sciroppi contro la tosse.
Usi documentati nell'industria del tabacco
I produttori di tabacco utilizzano la liquirizia in varie fasi del processo produttivo per arricchire l'aroma del tabacco e addolcire il fumo, a cui la liquirizia conferisce una nota intensa, dolce e lignea.
La quantità di liquirizia addizionata può arrivare al 4 per cento del peso totale del tabacco utilizzato in una sigaretta. La liquirizia viene anche utilizzata come aromatizzante per altri prodotti del tabacco, come sigari e tabacco da masticare.
Effetti nocivi per la salute
La liquirizia contenuta in alimenti e cosmetici è generalmente considerata innocua, ma ciò non deve far pensare che essa lo sia anche se inalata con il fumo di sigaretta. La combustione di estratti di liquirizia produce svariati composti tossici, sia notoriamente responsabili di effetti cancerogeni per l'uomo (come il benzene) sia sospettate di cancerogenità (come l'acetaldeide). Tra le altre sostanze tossiche prodotte che potrebbero avere effetti nocivi sulla salute figurano anche prodotti chimici come il toluene e il fenolo.
Inoltre, gli zuccheri contenuti nell'estratto di liquirizia producono composti acidogeni che ostacolano il percorso verso il cervello della nicotina contenuta nel fumo della sigaretta, obbligando quindi il fumatore a inalare più profondamente e consumare più sigarette per raggiungere la dose di nicotina necessaria. L'uso della liquirizia può altresì avere effetti nocivi anche indiretti per via della formazione delle cosiddette aldeidi (per es. acetaldeide), le quali possono accrescere l'assuefazione al fumo incrementando quindi il potenziale di dipendenza dalla nicotina. Le aldeidi sono molto reattive e producono altri composti, come la sostanza Harman, il cui effetto stimolante e antidepressivo sul cervello può essere causa di maggiore dipendenza dalla sigaretta.
L'aggiunta di estratto di liquirizia rende più piacevole l'esperienza del fumo in molti modi, per esempio contribuendo a preservare l'umidità del tabacco, equilibrando la sensazione generale di gusto della sigaretta e riducendo il senso di secchezza nella bocca e nella gola.
Inoltre, gli aromi di caramello che vengono a prodursi attraverso la combustione degli zuccheri contenuti nell'estratto di liquirizia contribuiscono a migliorare il sapore e l'attrattiva del fumo. Per di più, la glicirizzina è potenzialmente in grado di liberare le vie respiratorie e in unione con altri ingredienti potrebbe indurre i fumatori a inalare più in profondità, agevolando quindi l'assunzione della dose di nicotina necessaria.
Attraverso l'aggiunta di aromi più appetibili nella sigaretta, come appunto la liquirizia, i produttori di tabacco riescono a rendere più gradevole il fumo. Oltre a incoraggiare l'abitudine a fumare, ciò accresce la dipendenza dei fumatori e, di conseguenza, la loro esposizione alle sostanze tossiche ivi contenute.
Il mentolo è un composto naturale presente in numerose piante del genere Mentha, per esempio in erbe di menta piperita, menta selvatica e menta romana, che al sapore e all'odorato sviluppano un caratteristico effetto rinfrescante.
Usi generici
Il mentolo è disponibile anche come prodotto di sintesi per usi commerciali ed è largamente impiegato nelle industrie alimentare, degli aromi, dell'igiene orale e farmaceutica. L'industria del tabacco figura tra i maggiori consumatori di mentolo.
Usi documentati all'industria del tabacco
Il mentolo è un additivo tra i più comunemente usati nell'industria del tabacco, e questo sin dagli anni 1920, per ridurre l'irritazione provocata dal fumo e come lenitivo per fumatori colpiti da raffreddore. Il mentolo è l'unico additivo per tabacco a caratterizzare il prodotto commercializzato, ovvero come «sigaretta al mentolo». Il suo scopo è quello di conferire al fumo inalato un caratteristico (e specifico) sapore di menta. Il mentolo viene aggiunto a diversi componenti della sigaretta: direttamente al tabacco, al foglio di carta interno del pacchetto, alla cartina del filtro oppure, più di recente, come capsula comprimibile posta all'interno del filtro per rafforzarne l'effetto.
La quantità di mentolo aggiunta dipende dalla destinazione, specifica o meno, come «sigaretta al mentolo». Quest'ultima contiene un livello di mentolo fino allo 0,45 per cento del peso totale del tabacco contenuto in una sigaretta (ma sono segnalati anche livelli fino al 2 %). Le sigarette non mentolate ne contengono invece quantità molto inferiori, pari allo 0,01-0,03 per cento del peso totale del tabacco.
Effetti nocivi per la salute
Il mentolo utilizzato in alimenti e cosmetici è generalmente considerato innocuo, ma ciò non deve far pensare che esso lo sia anche se inalato con il fumo di sigaretta. Sebbene gli studi indichino che in una sigaretta mentolata la combustione attivi il rilascio di quasi tutto il mentolo nel fumo senza alcuna alterazione, una piccola parte (0,5 %) viene anch'essa combusta e può formare composti come il benzopirene e il benzene, sostanze chimiche che l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (organizzazione leader specializzata nello studio dei tumori) ha classificato come agenti cancerogeni nell'uomo.
Il mentolo assopisce la gola e aumenta la gradevolezza del fumo, mascherandone gli effetti irritanti e quindi facilitando l'atto di fumare. Chi fuma sigarette al mentolo tende anche a inalare più profondamente per beneficiare dell'azione rinfrescante. Tali effetti (unitamente al sapore di menta) attraggono soprattutto i giovani: gli studi hanno infatti evidenziato che le sigarette al mentolo sono di uso comune presso gli adolescenti e spesso rappresentano la loro prima scelta.
Le industrie produttrici, ben coscienti degli effetti rinfrescanti del mentolo e quindi della sua capacità di rendere più piacevole l'esperienza del fumo, lo aggiungono anche al tabacco utilizzato nelle normali sigarette non mentolate, rendendo così il fumo più gradevole e meno aspro, anche se privo del sapore di menta. Altri additivi utilizzati a tale scopo sono menta piperita, menta romana, timo, oli di eucalipto e metilsalicilato, un additivo chimico. Di conseguenza, attraverso l'addizione di mentolo i produttori di tabacco aumentano la capacità di richiamo delle sigarette.
L'esperienza sensoriale che proviene dal fumare sigarette al mentolo può rendere difficile smettere, in quanto la piacevolezza di aroma e odore, unitamente agli effetti rinfrescanti, tende a rafforzare l'abitudine al fumo. L'effetto «narcotizzante» generato dal mentolo sui polmoni può in effetti indurre molti fumatori a inalare più in profondità per assumere la dose di nicotina necessaria.
Il fatto che il mentolo venga usato in prodotti farmaceutici può anche infondere nei fumatori un falso senso di sicurezza. Gli studi hanno dimostrato che i fumatori di sigarette al mentolo hanno spesso l'errata impressione che tale composto offra loro una specie di «protezione sanitaria» rispetto alle sigarette non mentolate. Ciò può quindi incoraggiare il consumo continuato e rafforzare l'abitudine al fumo, con una conseguente maggiore esposizione alle sostanze tossiche da esso contenute.
Il glicole di propilene, un composto derivato dal petrolio, trova molteplici applicazioni nell’industria dei beni di consumo. È inodore e insapore.
Usi generici
Il glicole di propilene è utilizzato nell'industria alimentare, cosmetica, farmaceutica e plastica. Viene comunemente impiegato anche per creare fumo artificiale oppure l'«effetto nebbia» in discoteche, teatri e spettacoli televisivi.
Usi documentati nell'industria del tabacco
Secondo le informazioni disponibili, il glicole di propilene viene utilizzato come «umettante» nelle sigarette, segnatamente come sostanza in grado di trattenere l'acqua e quindi mantenere umido il tabacco, evitandone quindi l'essiccazione.
Il contenuto della sostanza, utilizzata sia per il tabacco che per il filtro, può ammontare fino al 2,4 per cento del peso totale del tabacco contenuto in una sigaretta (dato relativo a sigarette prodotte e vendute nell'UE). Nei Paesi Bassi, la quantità media indicata è dell'1,3 per cento del peso totale del tabacco contenuto in una sigaretta, con una punta massima del 5,0 per cento.
Effetti nocivi per la salute
Il glicole di propilene viene perlopiù trasferito nel fumo della sigaretta in dosi sufficientemente elevate per causare irritazione delle vie respiratorie. A questa sostanza, essendo presente anche nel fumo proveniente dalla parte accesa della sigaretta, sono esposti sia i fumatori sia i non fumatori.
L'esposizione al glicole di propilene è considerata potenzialmente nociva per la salute non solo per gli effetti irritanti sopra descritti, ma anche a causa delle sostanze tossiche che sprigiona nel processo di combustione. Tra queste ultime figura l'ossido di propilene, che la IARC, Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (organizzazione leader specializzata nello studio dei tumori) ha classificato come agente cancerogeno nell'uomo.
Attualmente non sono disponibili studi attestanti l'incidenza del glicole di propilene sull'assuefazione al fumo. Tuttavia, esso contribuisce a mitigare l'acredine del fumo e quindi a renderlo più tollerabile. Ne consegue che, mediante il suo impiego, l'industria del tabacco produce sigarette più allettanti e gradevoli al palato, più facili da fumare e più attraenti per i consumatori. Ciò favorisce l'abitudine del fumo e, pertanto, accresce l'esposizione dei fumatori alle sostanze tossiche in esso contenute.
Il sorbitolo, sostanza che si forma nel corpo durante il metabolismo e in particolare quando l’organismo scompone il glucosio per produrre energia, è presente naturalmente in certi frutti, come mele e pere, ma anche nel tabacco. Ha un aroma leggermente dolce e caramellato e un gusto lievemente dolce.
Usi generici
Il sorbitolo è un alcol-zucchero e, come tale, viene spesso impiegato come dolcificante artificiale in alimenti e prodotti per la cura del corpo. Viene inoltre utilizzato sia come «umettante» per mantenere umidi alimenti e cosmetici, sia come additivo per detergenti grazie alla sua capacità di sciogliere gli oli nell'acqua.
Usi documentati nell'industria del tabacco
L'industria del tabacco utilizza il sorbitolo come umettante, allo scopo di mantenere umido il tabacco e quindi per impedire che si sbricioli. Viene inoltre utilizzato per migliorare la combustione del tabacco.
Il contenuto di sorbitolo può ammontare fino a circa lo 0,3 per cento del peso totale del tabacco contenuto in una sigaretta.
Effetti nocivi per la salute
Il sorbitolo viene interamente bruciato fumando la sigaretta. Studi hanno dimostrato che, in questo processo di combustione, esso produce composti potenzialmente tossici presenti in elevate dosi nel fumo inalato. Tra questi figurano la formaldeide e l'acetaldeide, che la IARC, Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (organizzazione leader specializzata nello studio dei tumori) ha classificato come agenti cancerogeni nell'uomo. Le altre sostanze sviluppate includono acroleina e furaldeide, note per i loro effetti irritanti per gli occhi e le vie respiratorie superiori.
Grazie alle sue proprietà umettanti, il sorbitolo contribuisce a rendere la sigaretta più allettante e facile da fumare, un attributo positivo che potrebbe tuttavia essere controbilanciato dal sapore leggermente amaro e dall'odore sgradevole che conferisce al fumo del tabacco combusto.
Attualmente non sono disponibili studi attestanti l'incidenza del sorbitolo sull'assuefazione al fumo. Tuttavia, l'uso del sorbitolo potrebbe risultare indirettamente nocivo a causa della formazione di composti come l'acetaldeide, che è sospettata di amplificare il potenziale di dipendenza dalla nicotina. Ciò può condurre al consumo di un maggior numero di sigarette e, pertanto, a una maggiore esposizione alle sostanze tossiche contenute nel fumo.
La vaniglia, uno degli aromi più popolari al mondo, è ricavata dal frutto dell’omonimo albero. È dai suoi semi che si ottiene l’estratto di vaniglia. Alla vanillina, sostanza contenuta in questo estratto, è principalmente da attribuire il tipico aroma dolce della vaniglia.
Malgrado possa essere ricavata dagli alberi di vaniglia, la vanillina è una sostanza decisamente costosa. Per questo si è sviluppata la produzione per usi commerciali di aromatizzanti artificiali a base di vanillina sintetica oppure di vanillina etilica modificata chimicamente, sostanze che presentano un aroma più intenso.
Usi generici
La vanillina, in qualità di aromatizzante, è utilizzata su larga scala nella produzione industriale di alimenti, bevande, cosmetici, prodotti farmaceutici e profumi.
Usi documentati nell'industria del tabacco
Le industrie del tabacco impiegano la vanillina come aromatizzante nelle sigarette. La vanillina (o altri composti che la rilasciano) può essere addizionata al tabacco, alla carta che lo avvolge o al filtro della sigaretta.
Il contenuto di vanillina può ammontare allo 0,05 per cento del peso totale del tabacco contenuto in una sigaretta. La vanillina etilica viene addizionata in dosi più moderate a seguito delle sue maggiori proprietà aromatiche.
Effetti nocivi per la salute
La vanillina contenuta in alimenti e cosmetici è generalmente considerata innocua, ma ciò non deve far pensare che essa lo sia anche se inalata con il fumo di sigaretta. Infatti, nel processo di combustione essa rilascia notoriamente diverse sostanze: tra queste ultime figurano anche gli idrocarburi policiclici aromatici, che l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (organizzazione leader specializzata nello studio dei tumori) ha classificato come agenti cancerogeni nell'uomo.
La vanillina è quindi indirettamente nociva e maschera l'aroma acre del fumo del tabacco, rendendo quindi più facile fumare e incoraggiando il vizio del fumo. Di conseguenza, ciò causa per i fumatori una maggiore esposizione alle sostanze tossiche contenute nel fumo della sigaretta.
La vaniglia è un aroma utilizzato in molti prodotti di largo consumo e l'industria del tabacco sfrutta questa sua popolarità per rendere la sigaretta più allettante, specialmente per i giovani e per coloro che cominciano a fumare. Inoltre, la vaniglia favorisce una maggiore tolleranza al fumo aromatizzato di vaniglia da parte di non fumatori o fumatori passivi, grazie alle sue note olfattive familiari e più inoffensive.
In generale, addizionando aromi più gradevoli (come la vanillina) al tabacco delle sigarette, i produttori favoriscono l'assuefazione al fumo da parte dei fumatori.
La fibra di cellulosa, materia strutturale basica di molte piante, può essere ricavata da svariate fonti naturali vegetali come la polpa di legno, il cotone, il lino e la canapa.
Usi generici
Le fibre di cellulosa sono utilizzate per realizzare molti prodotti diversi, come carta, tessuti e cartoni. La cellulosa che compone queste fibre (oppure una sua versione modificata) è impiegata anche nell'industria alimentare (sotto forma di agenti anti-incrostanti, additivi, emulsionanti, stabilizzanti, addensanti e strutturanti) nonché nell'industria farmaceutica e cosmetica, dove svolge funzioni analoghe.
Usi documentati nell'industria del tabacco
Il tabacco che di regola compone le sigarette (in particolare la sostanza trinciata marrone all'interno) è formata da una mistura di foglie di tabacco e di un prodotto simile alla carta, chiamato «tabacco ricostituito», a sua volta formato da gambi di tabacco triturati e altre parti della foglia che sarebbero altrimenti scartate. Secondo le informazioni disponibili, i produttori impiegano la fibra di cellulosa come legante di tale tabacco ricostituito.
Inoltre, le industrie utilizzano la cellulosa per la preparazione sia della carta che avvolge il tabacco, sia del filtro (strati interni ed esterni). La carta è una parte molto importante della sigaretta, poiché da essa dipende il modo in cui il tabacco arde e la quantità di fumo. In genere, quest'ultima è direttamente proporzionale alla quantità di cellulosa utilizzata.
Le fibre di cellulosa sono presenti naturalmente nel tabacco (in quantità variabile da circa il 5 % al 12 %). La quantità massima ulteriormente addizionata si aggira intorno al 6 per cento del peso totale del tabacco utilizzato in una sigaretta.
Effetti nocivi per la salute
La fibra di cellulosa utilizzata in alimenti e cosmetici è generalmente considerata innocua, ma ciò non deve far pensare che essa lo sia anche se inalata con il fumo di sigaretta. In tal caso, essa viene interamente bruciata e, in questo processo, sprigiona molti composti nocivi che possono causare irritazioni degli occhi e delle vie respiratorie superiori (p.es. acroleina), oppure tumori (p.es. idrocarburi policiclici aromatici, benzo(a)pirene, benzene, furano e formaldeide). L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (organizzazione leader specializzata nello studio dei tumori) ha classificato queste ultime sostanze tra gli agenti cancerogeni per l'uomo.
L'uso di fibre di cellulosa può avere effetti nocivi anche indiretti per via della formazione dei cosiddetti aldeidi (per es. acetaldeide), che possono accentuare l'assuefazione al fumo incrementando il potenziale di dipendenza dalla nicotina. Le aldeidi sono molto reattive e producono altri composti, come la sostanza Harman, il cui effetto stimolante e antidepressivo sul cervello può aumentare la dipendenza dalla sigaretta.
In alcuni prodotti, aromi come la vaniglia vengono addizionati alla cellulosa nel processo di produzione della carta, rendendo più gradevole l'aroma del fumo sprigionato dalla «parte accesa» della sigaretta (fumo secondario). Si tratta di un aspetto preoccupante poiché non solo potrebbe mitigare i potenziali timori dei fumatori nei confronti della loro abitudine, ma anche aumentare la tolleranza dei non fumatori rispetto a questo fumo secondario e quindi incrementare la loro esposizione.
In natura, gli zuccheri sono presenti in tutti gli organismi vegetali e animali, dato che sono utilizzati come fonte di energia e per la produzione di altre molecole biologicamente importanti.
Usi generici
Gli zuccheri sono generalmente utilizzati come dolcificanti nell'industria alimentare e delle bevande.
Usi documentati nell'industria del tabacco
I produttori di tabacco aggiungono zuccheri al tabacco per migliorarne l'aroma, favorirne la compattezza e preservarne l'umidità. Esempi di zuccheri addizionati al tabacco sono il glucosio, il fruttosio e il saccarosio.
Gli zuccheri naturalmente presenti nel tabacco possono costituire fino al 20 per cento del suo peso totale, una quantità che però può variare a seconda del metodo di lavorazione impiegato. La quantità di zuccheri aggiunta al tabacco di proposito può invece ammontare al 4,0 per cento del peso totale del tabacco contenuto in una sigaretta. Ciò fa dello zucchero un additivo di gran lunga tra i più utilizzati. Nei Paesi bassi, i produttori dichiarano un livello medio di zucchero addizionato pari all'1,3 per cento del peso totale del tabacco utilizzato in una sigaretta (ma che può arrivare al 3,9 %).
Tra gli altri additivi contenenti elevate percentuali di zuccheri (e che quindi contribuiscono al tenore zuccherino complessivo del tabacco) figurano succhi di frutta, miele, granturco, caramello e sciroppo d'acero.
Effetti nocivi sulla salute
Quando si fuma una sigaretta, gli zuccheri presenti nel tabacco vengono per la maggior parte combusti completamente formando composti di vario genere, tra cui un gruppo di sostanze note come aldeidi, notoriamente irritanti per la gola (come per es. l'acroleina e il furfurolo) o connesse con la formazione di tumori nell'uomo (come per es. l'acetaldeide e la formaldeide). L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (organizzazione leader specializzata nello studio dei tumori) ha classificato l'acetaldeide come probabile composto cancerogeno, mentre invece è ampiamente documentata la cancerogenicità della formaldeide nell'essere umano.
Alcuni studi dimostrano che le sigarette ad elevato tenore di zuccheri producono durante la combustione livelli più elevati di acetaldeide. Quest'ultima rafforza l'assuefazione al fumo attraverso gli effetti prodotti sul cervello da un suo prodotto di reazione, la sostanza Harman, che si ritiene agisca in modo analogo agli antidepressivi per la sua capacità di migliorare l'umore della persona. Ciò significa che la dipendenza dal fumo potrebbe essere stimolata dagli effetti antidepressivi di tale reagente presente nelle sigarette. Si presume anche che l'acetaldeide rafforzi la dipendenza dalla sigaretta incrementando il potere assuefacente della nicotina. L'uso degli zuccheri può quindi avere effetti nocivi anche indiretti, inducendo alla fine a fumare un maggior numero di sigarette e quindi causando una maggiore esposizione alle sostanze tossiche contenute nel fumo di sigaretta.
Inoltre, la combustione degli zuccheri nel tabacco porta alla formazione di acidi che ostacolano il percorso della nicotina fino al cervello, obbligando il fumatore a inalare più di frequente e più profondamente per aumentare l'apporto di nicotina.
L'addizione di zuccheri alle sigarette (o la scelta di qualità di tabacco naturalmente ricche di zuccheri) serve anche a mascherare il sapore amaro del fumo di tabacco, contribuendo a renderlo meno acre e più tollerabile per il fumatore. Ne risulta un prodotto più appetibile e più seducente che ne incoraggia il maggior consumo, un aspetto particolarmente inquietante se si considera che i dolci aromi di caramello generati dalla combustione degli zuccheri attraggono i giovani e può quindi facilitare il loro approccio al fumo.
La 2-furaldeide è un composto naturalmente ricavato da generi alimentari agricoli come l’avena e la crusca. Possiede proprietà aromatiche e ha un sapore descritto come dolce, legnoso, «panoso» e caramellato.
Usi generici
La 2-furaldeide, grazie alle sue gradevoli caratteristiche organolettiche, è largamente utilizzata come aromatizzante in cibi e bevande.
Usi documentati nell'industria del tabacco
Componente naturale delle foglie di tabacco, la 2-furaldeide viene in primo luogo rilasciata nel fumo del tabacco durante il processo di combustione, ma è altresì prodotta quando altri additivi del tabacco (come zuccheri e sorbitolo) vengono combusti a sigaretta accesa.
Il fumo inalato di una singola sigaretta (fumo attivo o centrale) contiene circa 12 microgrammi di 2-furaldeide.
Le proprietà olfattive e aromatiche rendono la 2-furaldeide una scelta ovvia per i prodotti a base di tabacco. Tuttavia, attualmente mancano informazioni sul suo impiego come esaltatore di sapore da parte dell'industria del tabacco. Nei Paesi bassi un solo produttore ha dichiarato di utilizzarlo a questo scopo nelle proprie sigarette. Secondo i dati disponibili, il tasso di 2-furaldeide utilizzata come additivo è pari allo 0,03 per cento del peso totale del tabacco contenuto in una sigaretta.
Effetti nocivi per la salute
La 2-furaldeide è un composto molto reattivo, del quale sono noti gli effetti irritanti sulle vie respiratorie di persone esposte ad elevati livelli e per lunghi periodi. Tuttavia, nelle quantità presenti nel fumo del tabacco essa non è in grado di causare questa irritazione. Le possibili reazioni della 2-furaldeide in combinazione con altri composti presenti nel fumo non sono ancora accertate.
Oggi non esistono studi che documentano gli effetti cancerogeni per l'essere umano dovuti all'esposizione al 2-furaldeide presente nel fumo di sigarette. È tuttavia dimostrato che esso accelera lo sviluppo di tumori causati da altri composti presenti nel fumo del tabacco.
Inoltre, non si conosce ancora se la presenza della 2-furaldeide nel fumo tabacco renda la sigaretta più allettante. A tutt'oggi non è neppure documentata la capacità della 2-furaldeide di incrementare la probabilità che una persona sviluppi assuefazione al fumo.
Disclaimer:
Questo testo è una traduzione dell'introduzione alle schede informative sugli additivi del tabacco redatte dall'Istituto nazionale della sanità pubblica e dell'ambiente dei Paesi Bassi (Dutch National Institute for Public Health and the Environment, RIVM) e dal Centro di ricerca tedesco sul cancro (German Cancer Research Centre, DKFZ). L'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) Svizzera è responsabile della traduzione di tali schede. La versione originale in inglese è disponibile sui siti web del RIVM e del DKFZ.
Questa iniziativa è stata finanziata dall'Unione europea nel quadro del programma di sanità pubblica.
Ultima modifica 11.05.2023
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