«Parlarne. Trovare aiuto.»: il 10 dicembre è la giornata d’azione per la salute mentale ai tempi del coronavirus

Berna, 03.12.2020 - Mancanza di contatti sociali, preoccupazioni economiche, paure esistenziali, la scomparsa di una persona cara – l’emergenza coronavirus getta nell’insicurezza molte persone e può alterare gli equilibri della nostra vita. Giovedì 10 dicembre una giornata d’azione svizzera richiamerà l’attenzione sulle conseguenze dell’emergenza per la salute mentale.

All’insegna del motto «Parlarne. Trovare aiuto.» l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), insieme a diversi media e organizzazioni, intende rafforzare la salute mentale ai tempi del coronavirus contribuendo a far cadere i tabù sull’argomento e far conoscere offerte d’aiuto. Il fatto che i problemi mentali siano considerati un tabù impedisce a molte persone di cercare aiuto.

Durante la giornata d’azione le persone colpite spiegheranno come hanno vissuto e superato le sfide degli ultimi mesi, indicando così quali conseguenze può avere la pandemia sulla salute mentale. Le organizzazioni specializzate mostreranno quali offerte hanno messo in campo per aiutare le persone colpite e spiegheranno dove rivolgersi per accedere facilmente a un aiuto. Parlare dei problemi, cercare e accettare aiuto è una strategia importante per superare i momenti difficili quando le proprie risorse o quelle delle persone che si hanno intorno non bastano più. La giornata d’azione si rivolge anche alle persone senza problemi mentali, che possono fornire un aiuto attivo osservando il loro ambiente sociale e parlando con le persone se hanno la sensazione che queste non si sentano bene.

Tra gli anziani aumenta il sentimento di isolamento
L’emergenza dovuta al nuovo coronavirus pesa nuovamente di più sull’umore delle persone in Svizzera. Studi e sondaggi sullo stato d’animo generale della popolazione svizzera nell’autunno del 2020 indicano che, anche se la capacità di resistenza della popolazione resta alta, il 15 per cento circa si sente male o molto male. Tra le persone a partire dai 65 anni aumenta il sentimento di esclusione e di isolamento. I giovani si sentono più spesso infelici. Inoltre un terzo della popolazione non sa a chi rivolgersi in una situazione di emergenza. Nella fascia di età 15-25 anni si tratta addirittura del 45 per cento.

La stabilità mentale deriva da un equilibrio tra risorse e fonti di stress. Una situazione di emergenza, come quella che stiamo vivendo attualmente a causa della pandemia di COVID 19, può perturbare questo equilibrio. Particolarmente stressanti sono i fattori quali disoccupazione, problemi finanziari, solitudine o conflitti familiari, che possono accentuarsi durante la pandemia. Al contempo, le possibilità di attuare strategie consolidate di gestione dello stress, quali ad esempio il dialogo nella cerchia di amici, sono limitate.


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