L’UFSP estende il rimborso dei medicamenti contro l’epatite C

Berna, 27.04.2017 - Dal 1° maggio l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) estende il rimborso dei nuovi medicamenti contro l’epatite C ad altri gruppi di pazienti. Quelli nei quali la malattia avanza più rapidamente o il rischio di trasmissione è maggiore potranno ricevere i necessari trattamenti senza limitazioni. Da un rapporto è emerso che non sono necessarie nuove misure di ampia portata contro la diffusione dell’epatite C in Svizzera.

Attualmente l’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie (AOMS, assicurazione di base) rimborsa i nuovi medicamenti efficaci contro l’epatite C non appena si è in presenza di una patologia epatica moderatamente avanzata (grado di fibrosi 2) o si manifestano sintomi della malattia al di fuori del fegato. Le terapie molto costose sono quindi rimborsate ai pazienti che necessitano di cure mediche. Ciò corrisponde alle raccomandazioni terapeutiche delle linee guida internazionali e alla prassi di rimborso di numerosi Paesi europei.

In determinati gruppi di pazienti, tuttavia, la patologia epatica avanza più rapidamente e/o il rischio di trasmettere la malattia è maggiore. Pertanto dal 1° maggio 2017 il rimborso dei nuovi medicamenti viene esteso a questi gruppi, che potranno ricevere i necessari trattamenti senza limitazioni. Si tratta di pazienti infettati anche dal virus HIV e/o dell’epatite B e di consumatori di sostanze stupefacenti per via endovenosa. Inoltre potranno usufruire del rimborso anche i pazienti per i quali una prima terapia non è andata a buon fine e che necessitano urgentemente di un ulteriore trattamento.

A causa di questa estensione, l’UFSP ha potuto nel contempo abbassare leggermente i prezzi di alcuni medicamenti per l’epatite C. Su questo tema l’Ufficio continuerà a dialogare con le aziende farmaceutiche.

Inoltre un’analisi della situazione commissionata dall’UFSP ha evidenziato, tra l’altro, che con i dati disponibili è possibile stimare la diffusione del virus dell’epatite C in Svizzera soltanto indicativamente e che negli ultimi anni non è stato registrato alcun aumento delle malattie conseguenti. Nel nostro Paese il tasso di nuove infezioni è basso e si concentra su determinati gruppi a rischio. Pertanto l’UFSP continuerà a portare avanti le misure già adottate da anni, tra cui quelle di prevenzione, in particolare per i gruppi a rischio (p. es. sensibilizzazione dei consumatori di sostanze stupefacenti sui rischi e le conseguenze di un’infezione) e negli ospedali (p. es. sterilizzazione degli strumenti operatori e utilizzo di materiale monouso), e i test su tutte le donazioni di sangue alla ricerca del virus. Non sono invece necessarie nuove misure immediate di ampia portata.


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