Coronavirus: il Consiglio federale pianifica un’offensiva di vaccinazione

Berna, 01.10.2021 - Per superare al più presto l’epidemia, il Consiglio federale, unitamente ai Cantoni, intende intensificare ulteriormente la campagna vaccinale: nelle prossime settimane dovrà essere raggiunto il massimo numero possibile di persone ancora indecise che hanno bisogno di maggiori informazioni per prendere una decisione. Nella seduta del 1° ottobre 2021, il Consiglio federale ha pertanto posto in consultazione piani per un’offensiva di vaccinazione. Sono previsti una settimana nazionale di vaccinazione, circa 170 unità di vaccinazione mobili supplementari, colloqui personali e buoni per consulenze vaccinali. I buoni saranno rilasciati ai privati che saranno riusciti a convincere un’altra persona a farsi vaccinare. Il Consiglio federale ha inoltre deciso che le persone al di sotto dei 16 anni e chi ha ricevuto una prima dose di vaccino potranno continuare a sottoporsi gratuitamente al test necessario per il rilascio del certificato COVID.

I contagi stanno calando, ma nei reparti di terapia intensiva la situazione resta tesa. Considerate le molte persone non immunizzate e l’alta contagiosità della variante Delta, vi è ancora un notevole rischio che con le basse temperature dei mesi autunnali e invernali sopraggiunga una nuova ondata che potrebbe mettere in crisi gli ospedali.

La Svizzera in ritardo con le vaccinazioni

Con il 57 per cento circa di persone completamente vaccinate tra la popolazione residente, la copertura vaccinale della Svizzera è tra le più basse in Europa. La timida crescita della domanda di vaccinazioni costatata immediatamente dopo l’estensione dell’obbligo del certificato, da qualche giorno sta già perdendo velocità.

La vaccinazione è la chiave per uscire dalla crisi. È sicura e protegge molto bene dall’infezione. Inoltre, chi si contagia nonostante sia vaccinato contrae molto più raramente una forma grave della malattia. Per immunizzare la popolazione e proteggerla dai decorsi gravi della COVID-19 è necessaria una copertura vaccinale nettamente più alta. Secondo le attuali conoscenze scientifiche, per poter revocare i provvedimenti sarebbe necessaria una copertura vaccinale del 90-95 per cento tra gli ultra 65enni. Attualmente, nel nostro Paese le persone di questa fascia d’età che si sono fatte inoculare almeno una dose sono l’88,5 per cento. Per la fascia d’età tra i 18 e i 65 anni sarebbe necessaria una copertura vaccinale dell’80 per cento circa. Attualmente siamo al 71 per cento.

La Confederazione pianifica un’offensiva di vaccinazione

Dopo la grande domanda che ha caratterizzato la prima fase della campagna vaccinale, chi non si è ancora fatto vaccinare ha bisogno di sempre più informazioni per decidersi a farlo. Con un’offensiva di vaccinazione congiunta, Confederazione e Cantoni intendono offrire un accesso a bassa soglia alla vaccinazione, innalzando così nettamente la copertura vaccinale del nostro Paese. L’offensiva è destinata soprattutto alle persone indecise che per farsi vaccinare hanno bisogno di informazioni approfondite. Chi dovesse infine decidere di non vaccinarsi va naturalmente rispettato.

L’offensiva di vaccinazione si compone di quattro elementi: una settimana nazionale di vaccinazione, unità di vaccinazione mobili supplementari, offerte d’informazione personale e buoni per consulenze vaccinali coronate da successo.

Settimana nazionale di vaccinazione

Scopo della settimana nazionale di vaccinazione organizzata dalla Confederazione e dai Cantoni è di sottolineare l’utilità della vaccinazione per tutta la società. L’obiettivo è di convincere più persone dei benefici della vaccinazione, fornendo loro fatti attendibili e informandole in maniera comprensibile per esempio sull’efficacia, la sicurezza e gli effetti collaterali dei vaccini, i rischi di un’infezione per la salute o le possibilità di vaccinazione. Sono previsti, tra l’altro, eventi informativi organizzati dai Cantoni, dai Comuni e da varie organizzazioni (p. es. chiese, società sportive) e un’infoline.

170 unità di vaccinazione mobili supplementari

Bus in cui è possibile farsi vaccinare andranno a cercare direttamente le persone che vogliono farlo nelle piazze di paese, sui luoghi di lavoro, sui campi di calcio, davanti alle università, nei centri commerciali o all’entrata delle discoteche. L’obiettivo è di cercare il dialogo con le persone, informarle individualmente e offrire loro un accesso a bassa soglia alla vaccinazione. Oltre ai 50 bus attuali, per diverse settimane saranno in circolazione in Svizzera 170 bus supplementari e altre unità mobili.

Contattare individualmente più persone possibile

Per molti decidere di farsi vaccinare è un passo difficile. Per questo consulenti dovrebbero cercare in modo mirato il dialogo con chi non è ancora vaccinato. In tutta la Svizzera circa 1700 consulenti affiancheranno così i professionisti della salute. Le consulenze saranno offerte per diverse settimane e potranno avvenire per telefono, sui social media o di persona.

Buoni di 50 franchi per chi riesce a convincere qualcun altro a farsi vaccinare

Gli sforzi della Confederazione e dei Cantoni saranno integrati e moltiplicati coinvolgendo direttamente l’intera popolazione: ognuno può contribuire a convincere un amico, un vicino, un collega di lavoro o un membro della famiglia dei vantaggi della vaccinazione. Il contributo della popolazione sarà premiato: ogni nuovo vaccinato potrà indicare una persona che è stata importante per la sua decisione. Questa persona riceverà per posta dal Cantone un buono di 50 franchi come compenso. I Cantoni decidono autonomamente dove potrà essere riscosso il buono, per esempio al cinema o in un ristorante.

Investimenti per al massimo 150 milioni di franchi

I costi dell’offensiva di vaccinazione non supereranno i 150 milioni di franchi. Il Consiglio federale ritiene che si tratti di un investimento sostenibile se paragonato agli attuali costi dei test, pari a circa 50 milioni di franchi alla settimana. I benefici di un alto tasso di vaccinazione per il sistema sanitario e l’economia sono indiscussi: in media, possono essere evitati un’ospedalizzazione ogni 100 vaccinazioni e un ricovero in terapia intensiva ogni 250. A questo si aggiungono altri vantaggi: un alto tasso di vaccinazione permette di revocare in parte o integralmente i provvedimenti in vigore, a beneficio dei settori particolarmente toccati, quali la ristorazione, l’industria alberghiera, i centri fitness e l’industria dell’intrattenimento. La consultazione durerà fino al 6 ottobre; il Consiglio federale prenderà una decisione il 13 ottobre.

Promuovere provvedimenti che possono contribuire a porre fine alla pandemia 

Dopo aver consultato i Cantoni, le parti sociali e altri ambienti, nella sua seduta odierna il Consiglio federale ha anche deciso di non estendere oltre il 10 ottobre l’assunzione generale dei costi dei test per il rilascio del certificato COVID. Questo perché vuole concentrare gli investimenti finanziari della Confederazione sui provvedimenti che possono contribuire a porre fine alla pandemia. Inoltre, i costi, molto elevati, dei test non devono più essere sostenuti dalla collettività. In sede di consultazione, i Cantoni hanno in ampia parte sostenuto questa posizione. Il Consiglio federale ha quindi deciso di non dare seguito alla richiesta di una proroga avanzata dalle due commissioni parlamentari.

Test gratuiti per chi ha ricevuto la prima dose del vaccino e per i giovani

Il Consiglio federale prolunga tuttavia la gratuità dei test per determinati gruppi della popolazione. La Confederazione finanzierà ancora fino alla fine di novembre i test (test antigenici rapidi e test PCR salivari aggregati) delle persone cui è stata somministrata la prima dose del vaccino, ma che non hanno ancora ottenuto il certificato. I test saranno inoltre gratuiti per tutte le persone sotto i 16 anni.

La Confederazione assume i costi dei test ripetitivi per il rilascio del certificato

Per incentivare i test ripetitivi, per chi presenta il risultato negativo di un test eseguito in questo quadro il rilascio del certificato sarà finanziato dalla Confederazione. Attualmente alcuni offerenti rinunciano a rilasciare i certificati perché i costi sono a carico del committente, per esempio il Cantone o l’azienda. Con questo adeguamento, il Consiglio federale risponde a una richiesta del Parlamento. Per permettere ai laboratori e ai Cantoni di adeguare i loro processi sarà verosimilmente necessario un periodo di transizione.

Organo nazionale per la richiesta di certificati COVID

Tutte le persone immunizzate all’estero con un vaccino omologato dall’Agenzia europea dei medicinali che hanno bisogno di un certificato in Svizzera possono richiedere il certificato COVID svizzero. Per facilitare la procedura e sgravare i Cantoni, la Confederazione allestisce un organo nazionale per la richiesta elettronica del certificato, come ha deciso nella sua seduta odierna il Consiglio federale dopo aver consultato le parti interessate. In questo modo viene a cadere per i Cantoni la necessità di approntare piattaforme proprie.

L’organo sarà operativo dall’11 ottobre. Il periodo transitorio per l’ammissione di ulteriori attestati di vaccinazione sarà esteso dal 10 ottobre al 24 ottobre.


Indirizzo cui rivolgere domande

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Infoline coronavirus +41 58 463 00 00
Infoline vaccinazione COVID-19 +41 58 377 88 92



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